LA VIA DELLA STRATEGIA

La mente che non si muove, è invece una mente mutevole. La mente mutevole
è invece una mente inamovibile. Il principio del movimento sta nell’inamovibilità
Yagyu Munenori, La spada che dà la vita

La strategia è stata definita “filosofia in stato di necessità”. E che cosa determina lo stato di necessità? La paralisi, nei più deboli, oppure il potenziamento di tutte le nostre capacità fisiche e mentali per affrontare la situazione. Più il margine di rischio tollerabile si riduce e più siamo costretti ad acuire le nostre facoltà.
Si è soliti pensare che il pensiero strategico sia da riservare alla guerra, ai combattimenti o comunque agli scontri, ma non è così. Il pensiero strategico, che è poi il pensiero massimamente efficace, quello in cui vi è la minima dispersione di attenzione e di energie, è consigliabile e opportuno sempre.
Certo un’arena resta il luogo privilegiato per vedere sul campo l’importanza di un’azione perfettamente congegnata per ottenere l’effetto, e cioè la vittoria. Per questo riteniamo il corso che andiamo a proporre ideale per chiunque pratichi uno sport da combattimento.
Non a caso, quei cultori della strategia che furono i samurai, scrivono nei loro testi che la “mente efficiente” è la “mente normale”, e che bisogna avere in qualunque circostanza la stessa assoluta prontezza di intervento e dunque la stessa assoluta imperturbabilità, perché sappiamo che efficacia e coinvolgimento emotivo sono inversamente proporzionali: «Bisogna bere una tazza di sakè con lo stesso animo con cui si taglia la testa a un drago».
In nessuna cultura si è riflettuto tanto sul nesso tra efficacia d’azione e quiete mentale quanto in quella giapponese, ed in particolare nel Bushido, la “Via del guerriero”. In essa buddhismo, shintoismo e zen si fondono sino a raggiungere la definizione esatta di Fudoshin: la “mente imperturbabile” o “mente retta” o “mente efficace”, ovverosia fluida come l’acqua, priva di fissazione e per questo immutabile, per questo efficace come la più potente delle armi.

Programma del corso
• Il concetto di Via, ovvero perfezionarsi attraverso una pratica: nel fare si diventa 
• La mushin “non mente”: alla mente che non si sofferma nulla manca e fluisce con l’azione 
• Vincere il timore della morte: non esiste sconfitta per chi non ne ha paura 
• La via del bushi come alchimia interiore: l’importanza della disciplina 
• Il Dokkodo: Pensare leggermente a sé e gravemente al mondo. Affermarsi attraverso la 
benevolenza e la positività.
Per informazioni: 
Edoardo Varini 320 827 2443