PALESTRE. DOPO TRE MESI, UNA BOCCATA D’ARIA: COME HANNO REAGITO I CENTRI IN QUESTI PRIMI DIECI GIORNI DI RIAPERTURA?

Si riporta l’interessante servizio sulla riapertura delle palestre a Milano con l’intervento del Presidente dell’Accademia Europea Carlo Di Blasi.

Al link disponibile il video integrale.

«È una piccola boccata d’ossigeno, anche se rimangono grandi incognite legate al nostro futuro», esordisce Carlo Di Blasi.

Dopo tre mesi di chiusura totale, con l’inizio di giugno le palestre e i centri sportivi hanno potuto riaprire in tutta la Lombardia. Distanziamenti sociali, accessi contingentati attraverso le prenotazioni con l’app e nessuno sport da contatto ancora permesso: «Tutto questo porterà anche ad una difficoltà di gestione di tutte le prenotazioni. Per ovviare al problema, stiamo pensando di allestire anche delle aree all’esterno».

Dehors. Come i bar e ristoranti stanno occupando il suolo pubblico con i tavolini, senza pagare la relativa tassa (i dehors saranno esentati fino al 31 ottobre), anche alle palestre sembra che verrà data questa possibilità: «Approfittando dell’estate e del bel tempo, abbiamo ampliato le aree all’esterno. In questo modo ci sarà più spazio per l’utenza e più istruttori avranno la possibilità di lavorare».

Costi. Anche i conti, al momento, non tornano: «Se prima in sala entravano trenta persone, ora ne possiamo avere al massimo cinque. Sicuramente i proprietari delle mura dei centri sportivi e delle palestre devono venirci incontro perché gli incassi saranno minori per tutti». E non finisce qui: «Per quanto riguarda i costi di igienizzazione e i celebri plexiglass, a luglio in Lombardia attendiamo il bando che dovrebbe consentire di recuperare tutte queste spese. Se così non fosse, sarebbe un ulteriore disagio».

Con calma. Vista la lunga inattività, gli sportivi dovranno riprendere in palestra in maniera graduale e senza troppi eccessi: «Sicuramente non si può ricominciare da dove si era lasciato a febbraio prima del lockdown – sottolinea Matteo Vignali, personal trainer dell’Accademia Europea –. All’inizio sarà fondamentale un’attività cardio-vascolare per riprendere un po’ di fiato perso durante il periodo di fermo. Successivamente, con carichi adeguati, si può ricominciare anche a fare pesi, ma sempre con gradualità. E poi raccomando di essere seguiti dai personal trainer per evitare qualsiasi rischio di infortunio».

Affezionati. Intanto gli affezionati sembrano essere tornati molto volentieri in palestra, come conferma Claudio Arienti, gestore de La Welness Milano: «In tanti sono tornati senza paura: nei loro occhi ho visto la gioia di ricominciare e di lasciarsi alle spalle il brutto periodo della quarantena. Qualcuno vuole aspettare fino a settembre, molti altri ci hanno dato piena fiducia fin da subito. Ci vorrà diverso tempo per tornare all’antico, ma questi primi dieci giorni di affluenza sono già un primo passo importante».

Abbonamenti. Anche perché, al contrario di quanto si possa pensare, gli abbonamenti annuali sono sempre più spesso pagati in tranche dai frequentatori dei centri: «Passa il messaggio, falso, secondo cui avremmo già incassato le quote per tutto l’anno con le iscrizioni di settembre, ma non è vero. E poi, come vale per tutti gli esercizi commerciali, le spese ci sono sempre».

Social. Intanto, in quarantena, i social media sono stati fondamentali per tenersi vicini – pur a distanza – con gli amanti dello sport: «L’emergenza coronavirus – prosegue Arienti – ha portato i nostri profili al loro massimo livello. Le lezioni su Zoom, oltre alle dirette su Facebook, sono sempre state frequentatissime. In questo modo abbiamo raggiunto più fasce di persone, in modo diverso e in tanti luoghi diversi. Dobbiamo fare tesoro di quest’esperienza. È ovvio che in palestra ti confronti dal vivo e crei socialità, ma come è successo per lo smart working, anche la palestra può sfruttare la tecnologia a proprio vantaggio. I social sono stati e saranno un tramite per accontentare i nostri soci, per star loro vicino e coccolarli. E poi, così, è più facile ricevere feedback che aiutino a migliorare la nostra offerta».