NUOVA RUBRICA, INTERVISTA AI PROMOTERS DI FIGHT1.

Si annuncia l’otto marzo, giornata mondiale della donna, ma fight1 ha donne in gamba tutto l’anno non solo un giorno all’anno. Eccone una. Si chiama Laura Scherini ed è promoter e ora anche commentatrice Tv.

LA PAROLA AL PROMOTER.

Inizia oggi una rubrica di interviste ai promoters di Fight1, notoriamente rappresentanti di una eccellenza sportiva italiana.

Incontriamo Laura Scherini che, con il marito Marco Re, già agonista e campione di Muay Thai, organizza “The Arena”, gala lombardo arrivato alla quarta edizione.

  1. ·        Laura, come ci si sente ad essere promoter, cioè colei che distribuisce le carte da gioco, in un mondo prevalentemente maschile?

Diciamo che come donna in generale nel mondo del lavoro non è mai semplice, perché la competizione, rispetto agli uomini, parte quasi sempre con dei deficit per le donne e mai con delle pari opportunità.

Basti solo pensare che nei codici etici aziendale viene precisata la parità tra uomo e donna o che, ancora oggi, esiste la necessità di dover precisare la parità salariale legata al genere, quando questi elementi dovrebbero essere ovvi e già parte integrante della nostra cultura. 

Il nostro ambiente é diverso: ho trovato risposte alla professionalità che ho dimostrato in questi anni, a prescindere da genere.

Nel momento in cui vengono dimostrate competenza e professionalità, nel nostro ambiente, la risposta è positiva. Per quella che è la mia esperienza personale, quello degli sport da combattimento é un settore molto più “illuminato” di molti altri in cui ho avuto occasione di collaborare.

·        Partiamo dall’inizio. Come nasce la tua passione per gli sport da combattimento?

  1. Il mio avvicinamento agli SDC è stato inizialmente totalmente casuale e poi per seguire mio marito Marco Re nel suo percorso sportivo. Devo ringraziarlo per avermi fatto appassionare agli SDC…senza di lui tutto questo non ci sarebbe stato. 

Il tutto si basa su un concetto semplice: non puoi mai davvero capire nel profondo qualcosa se prima non lo provi sulla tua pelle. Capire il sacrificio di un fighter per arrivare pronto al match, la fatica, la dieta, le rinunce, il lavoro con cui convivere che ti fa fare i salti mortali per poterti allenare, quella sensazione unica nel suo genere che si prova ad essere su un ring, a mettersi veramente in gioco e capire fino a dove possono arrivare i nostri limiti…e superarli.

·        Come si diventa promoter e perché?

3. Questa è una bella domanda…permette di fermarsi a riflettere. A volte travolti dalla quotidianità si procede con ritmi serrati e incalzanti (da “Milanesi imbruttiti”) non ci si ferma mai a riflettete su ciò che ci porta davvero a fare qualcosa.

Come si sa per noi (mia e di Marco) questa è una grande passione, avendo un altro lavoro principale. Per questo tutto quello che facciamo è accomunato dal piacere di farlo.

Quell’adrenalina che si prova quando tutto sta per iniziare, vedere che le aspettative su abbinamenti studiati per mesi non essere disattese, quella sensazione di aver fatto qualcosa di bello, emozionante, di aver contribuito alla crescita di atleti, a vedere sul ring il frutto di un grande lavoro.

Il perché si diventa promoter? Per provare tutto questo!

·        Quale è stata l’evoluzione di “The Arena” negli anni?

Siamo partiti con la prima edizione nel 2018, in punta di piedi, affacciandoci nel mondo dei promoter dopo la gavetta sul campo con il circuito XFighter.
Da quella prima edizione abbiamo messo in atto quelli che sono i principi che normalmente applichiamo anche al nostro lavoro: nelle versioni successive migliorarsi sempre, imparando dai migliori.

·        Parliamo ora della vostra creatura: “The Arena”, cosa rende il vostro evento speciale?

Ogni promoter crede che il proprio evento abbia qualcosa di speciale che lo contraddistingue dagli altri e credo che in The Arena convivano alcuni elementi che, combinati tra loro soprattutto in questa quarta edizione, siano la chiave di volta per il next level:

concentrato di internazionalità (con atleti provenienti da diversi continenti, finalmente arrivando dalla muay thai abbiamo un fighter thailandese sul Ring che abbiamo avuto occasione già di vedere all’opera al Lumpinee nei diversi viaggi in Thailandia), potenza (alcuni degli atleti presenti sono famosi per chiudere prima del limite il match), equilibrio (il matchmaking è stato studiato ad arte per rendere ogni match equilibrato e dall’esito incerto), ambizione (in questa edizione siamo riusciti nel difficile compito di superare la card dello scorso anno, passando ad un livello successivo), passione (elemento di grande spessore che ci ha permesso di andare oltre rispetto alle mere valutazioni di tipo economico che a volte fanno tentennare in merito alla fattibilità di un evento.).

·        A “The Arena” oltre alle superstar abbiamo sempre avuto modo di conoscere degli atleti emergenti, per questa edizione chi ci consigli di seguire?

Dando una risposta quasi scontata direi tutti quelli che non sono delle superstar, visto il lavoro di ricerca e selezione su tutto il territorio nazionale (e non solo) che con Marco abbiamo fatto per cercare di selezionare i migliori atleti che potessero garantire spettacolo!

·        “The Arena” e il sociale. Sappiamo che avete in cantiere un progetto importante, ci racconti?

Come primo evento in Italia abbiamo deciso di supportare (aiutando l’attività di promozione) l’Associazione antiviolenza “The Shadow Project”, progetto di Gloria Peritore, che proprio nella serata sarà impegnata in un match per la conquista del suo secondo titolo mondiale. Siamo molto sensibili a queste tematiche e quindi è stato “amore a prima vista” con Gloria ed il suo progetto, che stimo profondamente e ne concepisco le difficoltà. 
Abbiamo quindi promosso l’iniziativa del Rotary Club di Garbagnate Groane (di cui sono Socio) della cena #fighttheviolence come raccolta fondi e sensibilizzazione sui temi sostenuti e per cui si batte The Shadow Project.

Un’iniziativa che spero sia la prima di una lunga serie!

·        Oltre al ruolo di promoter tu sei la coordinatrice regionale di Fight1 Lombardia, un ruolo importante perché la tua regione non solo è strategica, ma è anche la più prolifica di eventi e di federazioni. Come è la situazione ora?

Coordinare la Lombardia è semplice, ma complicato. Semplice perché i nostri promoter ed organizzatori hanno idee molto chiare su quello che vogliono. Complicato perché non è semplice accontentare sempre tutti. Una linea di equilibrio sottile! 
Per la situazione in generale…che dire, auguro il meglio a tutti. Sosteniamo gli SdC ed il nostro ambiente e quando alla base c’è il rispetto delle persone (prima dei ruoli) la strada è più facile da seguire.

·        Se avessi la possibilità di esaudire 3 desideri in ambito sportivo cosa chiederesti?

Questa domanda fatta nel mese di un evento che si sta preparando da oltre 6 mesi, ovviamente la risposta non può che essere legata a quello! Quindi che la serata sia fantastica, che i match siano spettacolari, che i nostri italiani riescano a portare a casa il titolo (e sarà difficile soprattutto per Nicolas Novati, che ha un avversario molto forte di fronte, ma noi crediamo in lui e nelle sue capacità)…e come ultimo desiderio – sportivo – di poter continuare con una serie in crescita di The Arena.

·        Vuoi dire qualcosa ancora ai lettori. Ci sono sorprese o ulteriori conigli nel cilindro che vuoi estrarre?

Diciamo che dopo questi ultimi due anni dobbiamo cogliere al volo questi segnali di ripartenza anche in periodo non estivo e quindi approfittare per godersi dal vivo lo spettacolo; sì, perché non saranno dei semplici incontri, ma un vero e proprio show di questi fantastici atleti.

E comunque sono in arrivo altre super notizie! Ma posso davvero anticipare nulla…anche se è veramente un altro salto di qualità per gli eventi targati Fight1, di cui The Arena sarà il pioniere!