CHINGIS ALLAZOV SI CONFESSA – A BREVE AL FIGHT1 CAMPUS

Come hai iniziato con gli sport da combattimento? Quali sono state le ragioni?
Mio padre mi portò agli allenamenti e mi disse delle parole che ricordo ancora: “Chingiz, voglio che tu diventi un uomo in questa palestra e che tu sia in grado di difenderti e difendere la tua famiglia in futuro.”
Così, da bambino, ho iniziato a fare Muay Thai e successivamente kickboxing.
Passarono letteralmente un paio di anni, e mi resi conto che non potevo vivere senza questo sport. Ricordo molto bene un altro momento: quando, a circa 12 anni, dichiarai che volevo diventare campione e il numero uno al mondo.
Ti sei ispirato a qualche combattente in particolare?
All’epoca Alexey Ignashov era un punto di riferimento per me, così come Masato e Buakaw.
Quando è stato il punto di svolta della tua carriera?
Nominerò due momenti, anche se di natura molto diversa.
Il primo è stato quando persi contro Kehl. È stato un campanello d’allarme per me e capii che dovevo fare molto di più di quanto stavo facendo per diventare il migliore e dimostrare al mondo il mio valore.
Fu allora che presi una nuova direzione e sacrificai molto per raggiungere il mio obiettivo finale, diventare il migliore pound-for-pound del mio sport.
Il secondo è stato quando vinsi contro Supebon, per diventare campione di ONE. È stato il massimo traguardo finora nel mio sport.
Qual è stato il miglior combattimento che hai fatto? Chi è stato l’avversario più difficile? Quale combattimento vorresti ancora fare?
Se si può definire “combattimento”, direi il giorno in cui vinsi il torneo di ONE, che consisteva in 3 combattimenti in una sola serata.
Direi che Marat Grigorian ed Enriko Kehl sono stati avversari molto difficili.
Sicuramente, mi piacerebbe avere una rivincita contro Giorgio Petrosyan, se un giorno si presenterà l’opportunità.
Senza parlare di cifre, ma in quale promozione hai avuto il miglior guadagno?
Bellator Kickboxing, anche se purtroppo la promozione non è durata molto.
Sei il campione indiscusso di ONE, cosa ti ha convinto a lasciare ONE per firmare con K-1? E quando dovresti combattere, e (se possibile) contro chi?
Senza entrare nei dettagli, ci sono stati alcuni malintesi (per dirla in modo gentile) tra ONE e me.
Sono ancora formalmente sotto contratto con ONE, il che mi impedisce di passare a un’altra promozione.
Con K-1 ho una lunga e soddisfacente storia. È un piacere essere invitato e partecipare ai loro eventi come ospite VIP. In futuro, spero di portare il mio team di combattenti come capitano per partecipare a K-1 e affrontare un altro team.
Per quanto riguarda il combattimento, la situazione con ONE deve essere risolta. Sarei pronto a combattere contro chiunque venga designato come mio avversario.
Com’è la tua settimana di allenamenti? Hai lo stesso team di quando hai iniziato? Parlaci del tuo allenatore e dei compagni di squadra.
Mi alleno ogni giorno per mantenere la migliore condizione possibile tra Minsk e Dubai, dove faccio parte della nuova palestra “Champ Belts”.
Il mio team è lo stesso di quando ho iniziato: l’allenatore Andrei Gridin e il manager Igor Jushko. Tutti i miei risultati sono il riflesso della fiducia e del duro lavoro di tanti anni.
La maggior parte dei compagni di squadra sono giovani e promettenti combattenti, una nuova generazione di atleti che vogliono dimostrare di appartenere ai migliori.
Cosa mi dici della tua promozione personale? È qualcosa che continuerai a promuovere o, una volta firmato con K-1, sarà tutto sospeso o terminato?
Stiamo ancora cercando i nostri punti di riferimento e speriamo di fare tutto il possibile quando la situazione sarà più favorevole in tutta Europa.
La mia promozione personale non è direttamente legata al fatto di firmare un impegno di combattimento.
A dicembre sarai a Montecatini per il seminario per allenatori e combattenti di Fight1. Cosa devono aspettarsi gli italiani che parteciperanno al tuo seminario?
Non vedo l’ora di partecipare a questo seminario, perché l’Italia è sempre stata uno dei posti più importanti e piacevoli della mia carriera, con tanti ricordi.
Per chi parteciperà al seminario, aspettatevi un allenamento piacevole ma intenso, con un focus principalmente tecnico. Preparatevi e siate pronti!