THE ANGER FIGHT NIGHT – LEGIONE IX

Una serata particolare, un Galà giunto al suo nono capitolo e soprannominato “The Anger Fight Night”, il Galà si chiama Legione da ormai nove edizioni. All’inizio era una timida gara dilettantistica domenicale, oggi a mente fredda mi rendo conto che è cresciuta e ha preso forza e identità.

Tutto è iniziato con la classica tensione pre gara; con i soliti mille intoppi, le solite ansie, la solita fatica ma c’era qualcosa nell’aria che rendeva tutto più drammatico. Questo qualcosa era il fatto che Legione è tornata in Fight1, che è tornata tra i grandi interpreti dei nostri sport, che era sotto gli occhi di tutti, che sarebbe bastato un errore e tutti gli sforzi sarebbero diventati un chiacchiericcio tra denigratori e celebratori. Un breve ma profondo respiro mi accompagnava mentre accoglievo il primo atleta entrato nel palazzetto, da quel momento iniziava tutto. In un attimo atleti, allenatori, maestri e spettatori si alternavano ad un ritmo serrato. Accoglievo amici, vecchie conoscenze, persone che avevo sentito solo al telefono prima di quel momento e che da quel punto in poi avrebbero avuto un volto da associare, da ricordare.

Mentre vivevo quei momenti di calma apparente l’orologio correva veloce verso le 13:30, orario in cui doveva iniziare la nona edizione, l’edizione a cui lavoravo da marzo ben consapevole che i mezzi erano esigui, che le energie da investire erano molte e su tutti i fronti. Il sottofondo delle corde che cominciavano a muoversi, l’odore dell’olio thai, il vociferare generale preannunciava la chiamata dei maestri e coach per il breefing pre gara; preannunciava l’inizio di Legione.

Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di incontri di tutte le categorie di età, peso e specialità. Da quel momento ero testimone oculare di ciò che era stato pensato e reso realtà dopo mesi di lavoro, da quel momento tutto prendeva vita e procedeva velocemente verso il debutto di Ludus Magnus; la prima vera novità del palinsesto del Galà. Un mini Galà dedicato al settore giovanile, un palcoscenico calibrato per i pro del serale dove il vivaio di atleti poteva confrontarsi nella cornice di quello che era l’evento clou della giornata, la main card. I tecnici accompagnavo i propri giovani atleti nella gabbia, il pubblico tifava, la tensione cresceva grazie a quei venti giovani atleti trattati come pro.

Il tempo scorreva piacevolmente e rapidamente decretando vincitori e vinti, evidenziando e valorizzando i sacrifici di questi giovani atleti e correva veloce , troppo veloce. Talmente veloce che senza rendermene conto era arrivato il turno della precard, era arrivato il preludio della maincard, la parte più intensa e importante nel palinsesto della manifestazione. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di emozioni intense, incontri con scambi colpo su colpo. Atleti di alto livello che si davano battaglia elettrizzando il pubblico accorso per vedere i propri beniamini, i propri compagni di squadra, i propri amici che hanno sacrificato mesi per prepararsi a questo evento, per essere al meglio al loro appuntamento con la nona edizione di Legione.

Quattro KO su sette incontri, ambulanze che a sirene spiegate correvano via portando al loro interno il campione di turno caduto sul campo.

Alla fine il silenzio nel palazzetto con le luci che si spegnevano dopo i saluti tra amici con la promessa di rivedersi presto in un’altra battaglia, in un altro giorno di storia dei nostri sport.

Legione era terminata tra applausi, lacrime, sorrisi e tanti momenti da ricordare dell’ennesimo evento che nutre la nostra passione e che ci da vita. La nona edizione di Legione si era consumata e passava il testimone alla decima edizione, un altro capitolo dello stesso libro.