Ovvero come una bella notizia possa essere strumentalizzata.
La notizia dell’inserimento tra le discipline riconosciute da CIO di Sambo, Muay Thai e Kickboxing è stata per due giorni lanciata e rilanciata dai vari socials legati a chi, in Italia, rappresenta le federazioni internazionali di riferimento.
La notizia in sé è una bella notizia: patrimonio di tutti.
Intendiamoci, nessuno, credo, non possa che essere felice del fatto che le discipline anche da noi tutti praticate (Sambo escluso) abbiano ottenuto un riconoscimento che travalica la singola federazione, ma da lustro a tutta la comunità di chi pratica sport del ring.
Sarà ad esempio più semplice per tutti coloro che organizzano eventi cercare sponsor o chiedere spazi ai media a prescindere se siano o meno collegati alle federazioni internazionali.
Così per le palestre che, nuovamente a prescindere dalla federazione o ente di promozione di riferimento, potranno dichiarare di avere corsi di una o più discipline oggi riconosciute dal CIO.
Perché in sintesi è lo sport che è stato riconosciuto in primis e di conseguenza tutti coloro che lo praticano.
E il merito di ciò comunque va a chi ce lo ha portato riempiendo palestre, organizzando eventi, quindi di noi tutti, e certamente di chi ha applicato la strategia giusta , come a suo tempo il presidente Ennio Falsoni o attualmente il vero genio di tutta l’operazione il segretario generale Stefan Fox, ed ha saputo compilare i moduli necessari a far si che il CIO prendesse atto di una realtà di fatto che è composta da tutti i Kickboxers e Nak Muay del mondo.
Bene lo sport è stato riconosciuto e quindi?
Quindi dato per assodato che la notizia è una bella notizia per tutti, resta da chiarire i benefici.
Abbiamo tutti letto il pezzo del giornalista Guido Colombo che per primo ha segnalato come nella realtà non fosse notizia nuova ma che , essendo solo una conferma di ciò che è successo anni fa, non si tratti di notizia ma di cosìddetta “ribattuta” di notizia datata cioè vecchia già ripetuta più volte in questi ultimi tre anni.
Quindi, essendo già noto il riconoscimento delle discipline in oggetto nel CIO, resta da domandarsi cosa sia cambiato in questi anni e di conseguenza nel futuro.
Ahimè, e lo diciamo con sincero dispiacere, nulla.
Nessuno sport del ring è andato alle Olimpiadi né è previsto che ci vada.
Spieghiamo perché.
Sport riconosciuto e disciplina Olimpica.
La differenza consta nell’essere o meno inseriti nel programma delle discipline di una edizione delle Olimpiadi estive, le uniche degne di questo nome perché altre gare e tornei riconosciuti dal CIO, benché di gran prestigio come Sport Accord/ World Combat Games, non hanno la stessa rilevanza mondiale.
Quindi la notizia bomba sarebbe stata qualora Kickboxing e Muay Thai, fossero state ammesse alle edizioni delle Olimpiadi di Parigi 2024 o Los Angeles 2028.
Ma così non è stato.
Quali chance abbiamo di vedere Kickboxing e Muay Thai alle Olimpiadi?
La risposta è semplice per la Kickboxing. La diede Ennio Falsoni stesso quando nel 2010 alla conferenza stampa di Sport Accord a Pechino spiegò che per entrare realmente nelle Olimpiadi bisognava che un paese che ospita le Olimpiadi proponesse la Kickboxing come sport di propria provenienza, ma presente in tutto il mondo.
La kickcboxing è sviluppata davvero ovunque, più di Muay Thai e Sambo indubbiamente, ma non ha nessuna nazione che la possa considerare propria o che abbia interesse specifico a promuoverla.
Quindi la kickboxing non ha NESSUNA chance di entrare alle Olimpiadi.
La Muay Thai, invece, una chance ce l’ha: qualora la Thailandia diventasse paese ospitante delle Olimpiadi.
Ma attenzione…ciò che è sfuggito ai più è che le olimpiadi estive del 2032 sono state assegnare nella medesima riunione in cui il CIO ha riconosciuto definitivamente le tre discipline da combattimento.
E si tratta di Brisbane in Australia.
Quindi, per il noto principio della turnazione le olimpiadi del 2036, dopo Asia, America e Oceania dovrebbero tornare in Europa e, udite udite, si candidano Firenze e Bologna, che qualora vincessero vedo difficile propongano la Muay Thai.
Ecco quindi che di Muay Thai alle Olimpiadi prelomeno fino al 2040 non se ne parla.
Come dire mai…
Cui Prodest (a chi giova)
Una riflessione va fatta però.
Stabilito che è un fatto positivo quanto accaduto e ci congartuliamo con Roy Baker e Stefan Fox per essere stati i firmatari di tale atto che, ripeto, è a favore di tutti, ma cerchiamo però di capire il perché dei toni trionfalistici di certi personaggi del nostro mondo che hanno esultato come se avessero vinto al totocalcio o fosse loro tale merito quando notoriamente manco erano presenti nelle segrete stanze di Losanna dove si “facevano i giochi”.
Visto che nei fatti non cambia nulla rispetto al passato, non è che questi annunci roboanti non siano fatti perché non si ha altro da dire?
UNA MINESTRA RISCALDATA .
Non è che far sognare qualcosa , che tutti ci auguriamo, distragga dalla realtà e dalla mancanza di contenuti, in un momento in cui si avvicina la richiesta di tesseramento ad un settore esausto per aver dato molto in questo periodo senza aver ricevuto altrettanto. E non mi riferisco solo allo stato, ma di più a certe federazioni che hanno esultato facendo presagire novità clamorose, mentre invece la minestra sarà la stessa di sempre, anzi forse anche meno saporita, visto che come ormai è chiaro alcuni gala che avevano non ci saranno più.
La minestra sarà: campionati regionali e nazionali, forse la trasferta ai mondiali, se non ci si mette di mezzo la pandemia e comunque per i soliti noti, e, infine, i gala PRO residui a chi vende più biglietti. Questa la realtà di Federkinder. Forse questo è ciò che sta realmente dietro a tutto il clamore sollevato in questi giorni.
E quindi?
E quindi amici miei, gioiamo per lo sport riconosciuto, ma non facciamoci ingannare.
NULLA E’ CAMBIATO IN SOSTANZA.
Alle Olimpiadi il Karate sarà presente a Tokyo e poi sparirà, la Savate ha perso l’occasione a Parigi 2024 e le altre discipline se la giocheranno in tornei riconosciuti dal CIO, ma di minor conto.
Riprendendo l’articolo di Guido Colombo, che ricordo scrive per la Gazzetta dello Sport e non per Topolino, il successo nello sport sta negli eroi che crea quotidianamente e non ogni 4 anni. Per cui uno sport è di successo quando è una fabbrica di campioni sempre in onda su TV e Web. Ne sono esempio le MMA che non sono nemmeno riconosciute dal CONI nel nostro paese, ma hanno una popolarità unica: tra UFC e ONE Championship il mondo intero in occidente conosce McGregor ed in oriente conosce Angela Lee.
Insomma amici, lavoriamo per il nostro futuro e non saranno proclami così a cambiare qualcosina, ma solo il nostro comune impegno giornaliero.